I Grateful Dead in quegli anni erano costantemente in tour, spesso insoddisfatti degli impianti che trovano sul posto.
Giusto per entrare nel contesto storico: la famosa tre giorni di Woodstock, svoltasi nell'agosto del 1969, è stata realizzata tecnicamente da Bill Hanley con materiale costruito ed assemblato per l'occasione, i monitor wedge ancora non esistevano, in postazione FOH c'erano una serie di mixer Shure 4:1.
Un gruppo di tecnici legati all'Alembic, seguendo un'idea del fonico dei Grateful Dead Owsley "Bear" Stanley, progettò così un vero e proprio impianto personalizzato, che i fan chiamarono Wall Of Sound.
La necessità del gruppo era di avere un impianto di amplificazione molto potente, e allo stesso tempo di migliorare il monitoraggio, senza il quale avevano grossi problemi a cantare intonati e a gestire le dinamiche. Il Wall Of Sound venne quindi progettato in maniera molto particolare.
Era posizionato dietro i musicisti (di fatto era anche una bellissima scenografia!), ed era composto da ben undici diversi "canali", costituiti da gruppi di "casse" progettate specificatamente. In pratica, ogni strumento aveva il suo gruppo di casse, ottimizzando in questo modo efficienza e rendimento. Addirittura il basso di Phil Lesh, che montava un pickup quadrifonico, aveva un impianto per ogni corda, il che permetteva di suonare accordi sul basso con la massima intelligibilità.
Uno dei problemi principali era, ovviamente, il rientro nei microfoni per le voci; per alzare la soglia di feedback e attenuare i rientri, fu aggiunto un secondo microfono (B&K) in controfase per ogni cantante. Il segnale proveniente dall'impianto, pressoché uguale in entrambi i microfoni, veniva in questo modo attenuato fortemente.
Owsley "Bear" Stanley racconta così le origini del progetto:
For years we discussed the concept (that Phil and I had come to), about the microcosm and the macrocosm. The microcosm being the world on stage, and the macrocosm being the world for the audience, and how to approximate the two so they became one. That was always my goal. The best soundman is perfectly transparent. As far as I'm concerned, the soundman should be as superfluous as tits on a boar hog. All he should do is make sure things run and don't break down; plug the wires in and unplug them. All the control of what's going to the audience should be fully in the hands of the performing artists themselves. That's the only way you'll ever get close to true art.
Il Wall Of Sound, usato dal 1973 al 1974, nonostante i continui perfezionamenti e le prestazioni leggendarie, fu però troppo costoso e complicato da gestire, e quando i Grateful Dead ripresero l'attività nel 1976 passarono ad altri sistemi più convenzionali.
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