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Vinicio Capossela - Neumann KMS 105 |
Un piccolo estratto dall'articolo "La voce nel live" pubblicato nel 2010 su
Backstage, a firma
Gian Luca Cavallini.
Palmari e gelati
I microfoni più comunemente usati per l'amplificazione della voce sono definiti “palmari”; il nome indica chiaramente che sono concepiti per essere facilmente tenuti con il palmo della mano, oltre che posizionati su un adeguato supporto da asta. A livello progettuale, ciò significa anche dotare il microfono di un adeguato isolamento meccanico che impedisca la propagazione dei rumori di maneggiamento sulla capsula. Per agevolare la libertà di movimento dell'artista sul palco (e/o velocizzare i cambi palco) spesso questi microfoni sono utilizzati in modalità wireless; in questo caso in Italia si usa comunemente il termine “gelato” , che deriva dalla posizione usata dai giornalisti televisivi per non impallare la visuale del volto (e non prendere le “P”).
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Gaetano Curreri - Neumann KMS 105 |
Nel settore live, per molti anni, il mercato è stato dominato dai microfoni dinamici, che facilmente possono esser costruiti con le caratteristiche di robustezza e affidabilità necessarie. Lo
Shure SM 58 è stato il più clamoroso successo del mercato audio di ogni tempo, tant'è che a distanza di oltre quarant'anni è ancora un microfono di prima scelta, nonostante il costo contenuto. Qualsiasi fonico si trova ad usarlo così tante volte che ne conosce perfettamente caratteristiche e resa timbrica, il che consente di avere un punto fermo quando si lavora con voci non ben conosciute. Ciò non significa necessariamente che sia il modello migliore per tutte le occasioni, anzi... le alternative presenti sul mercato sono numerosissime; negli ultimi anni, poi, sono stati prodotti nuovi modelli di gran pregio e, in fase di allestimento di un tour, ogni fonico ama provare diversi microfoni fino a trovare quello più adatto alla situazione, valutando attentamente resa timbrica, dinamica, sensibilità, rientri, effetto prossimità, resistenza al feedback. Tutti i principali produttori, oltre ad avere almeno un modello dinamico, offrono ormai anche uno o più microfoni a condensatore, solitamente caratterizzati da una risposta ai transienti più rapida e maggior fedeltà in gamma alta; il fattore resistenza e affidabilità non appare più critico, anche se un'eventuale caduta o la presenza di forte umidità porta sicuramente più danni a quest'ultima categoria.

I modelli wireless spesso possono essere usati con le stesse capsule dei modelli a filo più diffusi, ma è bene ricordare che le prestazioni, soprattutto nella gamma dinamica, saranno inevitabilmente inferiori; nel signal-flow di un radiomicrofono infatti ci sono numerosi componenti, fra cui un compander e un preamplificatore che, per esigenze di costo e miniaturizzazione, portano un più o meno grave deterioramento del segnale rispetto al corrispondente modello a filo. Attenzione, quindi, non conta solo la capsula utilizzata ma anche la bontà del sistema di trasmissione/ricezione. Senza contare che la trasmissione radio è soggetta a perdita di segnale e/o interferenze... questo è un argomento piuttosto “caldo” in questi tempi; da un lato il numero di radiofrequenze usate negli spettacoli cresce sempre di più, dall'altro le frequenze libere sono sempre meno... anche grazie all'irradiazione via etere di programmi televisivi in formato digitale (che occupa una banda molto maggiore della trasmissione analogica) e una clamorosa “svista” normativa che non riserva spazio libero per le nostre applicazioni.
Sempre grande Gianluca, grazie per queste piccole perle, linfa vitale per tutti noi.
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